I dati relativi al 2014 segnalano un forte aumento nelle vendite delle birre artigianali italiane. Un trend incoraggiante per un settore che in Italia è oberato da una pressione fiscale in continua crescita.
I dati diffusi da Federbirra (la Federazione Italiana Birra Artigianale, fondata nel 2005) segnalano, per il comparto delle birre artigianali italiane, un 2014 da record: le vendite sono aumentate del 30% sul fronte dell’export e del 10% sul mercato interno italiano. Una crescita che sarebbe legata – secondo quanto dichiarato da Federbirra in un comunicato stampa – soprattutto a due fattori: l’aumento delle aziende produttrici; l’aumento dei luoghi di acquisto dedicati al prodotto e la crescente attenzione della Grande Distribuzione, che sta portando a una presenza sempre più importante delle birre artigianali sugli scaffali di negozi e supermercati. Sul fronte dell’export – secondo Federbirra – i nuovi mercati più importanti sono quelli orientali, in particolare Cina, Giappone e Corea.
Ma resta – e anzi si aggrava – il problema della pressione fiscale. Il comparto delle birre, già soggetto all’Iva con aliquota massima del 22%, è soggetto anche al pagamento delle accise (imposte indirette sulla fabbricazione e sulla vendita). Nel 2013 il governo Monti ha approvato un aumento delle accise in tre fasi: un primo scatto dal 10 ottobre 2013, un secondo dal primo gennaio 2014, un terzo dal primo gennaio 2015. È arrivato l’aumento delle accise dell’ottobre 2013 (+13,1%), poi l’aumento del primo gennaio 2014 (+1,6%), è stato congelato per le birre un ulteriore aumento che avrebbe dovuto scattare a marzo 2014 (+2,6%), e ora il settore deve affrontare la nuova stangata del 2015 (accise a +12,6%). Complessivamente c’è stato in Italia in quindici mesi un aumento del 30% nella tassazione sulle birre (e analoghi problemi ci sono per liquori e distillati). Secondo Assobirra questo aumento della pressione fiscale mette a rischio 4.000 posti di lavoro, e la campagna “Salva la tua birra” contro l’aumento delle accise ha già raccolto oltre 114.000 firme. Secondo Federbirra la pressione fiscale sulle birre “è ingiustificata e anacronistica, e rischia di compromettere il buon andamento del mercato e il futuro di aziende e lavoratori per il 2015”.
(Luigi Torriani)