Il bilancio agricolo 2014 – secondo i dati diffusi dalla Coldiretti – segna in Italia un pesante passivo da 2,5 miliardi, e aumentano i rischi di truffe e frodi.
Qui su Universofood abbiamo già parlato del bilancio 2014 negativo per vino, olio e castagne: la vendemmia 2014, insieme alla vendemmia 2012, è la peggiore dal 1950, l’Italia si ferma a 41 milioni di ettolitri e viene superata dalla Francia come primo produttore mondiale di vino; la produzione italiana di olio di oliva scende del 30% fermandosi a 300.000 tonnellate, nel quadro di un calo medio della produzione mondiale ma meno pronunciato (-17%); la raccolta delle castagne, segnata dalla diffusione dell’insetto parassita Cinipide, registra il minimo storico.
I dati diffusi dalla Coldiretti parlano in generale di un bilancio agricolo 2014 – un bilancio sconvolto anche da un andamento climatico anomalo – che è in rosso per 2,5 miliardi, tra calo produttivo, maggiori costi per la difesa delle colture e stravolgimento dei consumi. Oltre ai casi del vino, dell’olio e delle castagne, si segnalano: un leggero calo complessivo nella produzione ortofrutticola, una flessione nel raccolto di pomodoro da conserva (un calo delle rese per ettaro, mentre produzione rimane in linea con la media stagionale degli ultimi cinque anni ma solo perché c’è un aumento delle superfici coltivate), e un -4% nei raccolti di frumento duro e quindi un calo nella produzione di pasta (a fronte però di un -10% nell’Unione Europea e un -15% nella produzione mondiale).
Di fronte al calo della produzione agricola aumentano i rischi di truffe e frodi: aumenta – in particolare – il rischio di acquistare prodotti alimentari spacciati per italiani ma realizzati con materie prime d’importazione (è emblematico, a questo proposito, il caso dell’olio di oliva). Questo il commento del presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo ai dati sul bilancio agricolo 2014: “per garantirsi una adeguata disponibilità di cibo nel tempo l’Italia deve difendere il proprio patrimonio agricolo e la propria disponibilità di terra fertile dalla cementificazione nelle città e dall’abbandono nelle aree marginali, con un adeguato riconoscimento dell’attività agricola. Un modello di sviluppo sbagliato ha tagliato del 15 per cento le campagne e fatto perdere negli ultimi venti anni 2,15 milioni di ettari di terra coltivata, un equivalente di circa 400 campi da calcio (288 ettari) che vengono abbandonati o occupati dal cemento ogni giorno. Ma c’è anche il rischio di un aumento delle frodi a tavola, con un incremento record del 277 per cento – negli anni della Crisi – del valore di cibi e bevande sequestrate perché adulterate, contraffate o falsificate (confronto 2014-2008, primi nove mesi dell’anno). A rischio sono soprattutto i cibi low cost, dietro i quali spesso si nascondono ricette modificate, l’uso di ingredienti di minore qualità o metodi di produzione alternativi, ma possono a volte mascherarsi anche vere e proprie illegalità, come è confermato dall’escalation dei sequestri. Gli ottimi risultati dell’attività di contrasto messa in atto dalla Magistratura e da tutte le forze dell’ordine impegnate confermano la necessità di tenere alta la guardia e di stringere le maglie troppo larghe della legislazione, a partire dall’obbligo di indicare in etichetta la provenienza della materia prima impiegata e di rendere noti i flussi commerciali di prodotti alimentari dall’estero alle singole aziende”.
(Luigi Torriani)