Nato nel 1934 al King Cole bar dell’Hotel St. Regis di New York, compie 80 anni il Bloody Mary, il mitico cocktail a base di vodka e succo di pomodoro, uno dei cocktail più celebri di tutti i tempi e sicuramente il caso più famoso di fusione tra tecniche da bar e da cucina.
Il Bloody Mary (qui un video in cui si spiega come prepararlo) viene classificato, nell’elenco ufficiale dei cocktail dell’ IBA (International Bartenders Association) in questi termini (citiamo dal libro “I cocktail mondiali. Tutti i cocktail approvati dall’IBA”, a cura di Federico Mastellari, edito da Hoepli):
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Bloody Mary – categoria Contemporary Classics – tipologia After Dinner Cocktail – tecnica Build.
Ingredienti: 1 1/2 oz / 4,5 cl / vodka ; 3 oz / 9 cl / succo di pomodoro ; 1/2 oz / 1,5 cl / succo di limone ; 2-3 dashes / Worcestershire Sauce ; a piacere / Tabasco ; a piacere / Pepe ; a piacere / Sale/Sale di sedano.
Preparazione: versare tutti gli ingredienti in un tumbler alto con ghiaccio e miscelare con il bar spoon, oppure utilizzare la tecnica Throwing per esaltarlo e servirlo senza ghiaccio. Non va shakerato. Si consiglia di utilizzare succo di pomodoro fresco realizzato e filtrato al momento e di servire a parte anche altre spezie o sali particolari. Viene chiamata “Red Snapper” la variante a base di Gin “.
Il Bloody Mary compie ottant’anni e viene festeggiato – in questo mese di ottobre – in tutti i trenta hotel St. Regis del mondo (in Italia sono a Roma e a Firenze). Il Bloody Mary nasce infatti nel 1934 al King Cole bar dell’Hotel St. Regis di New York da un’idea del francese Fernand Petiot, che raccontò di essersi ispirato a un’abitudine dell’attore George Jessel, che amava bere il succo di pomodoro corretto con vodka. Insieme al Martini cocktail, il Bloody Mary è considerato il simbolo della fine del proibizionismo (il proibizionismo termina infatti nel dicembre del 1933, pochi mesi prima dell’invenzione del Bloody Mary).
Il nome Bloody Mary deriverebbe dalla celebre Maria I Tudor regina d’Inghilterra, detta “Maria la sanguinaria”. Ma ci sono anche altre ipotesi, secondo cui il nome Bloody Mary sarebbe ispirato all’attrice Mary Pickford (che aveva e ha già un cocktail di colore rosso a lei dedicato, con Rum, maraschino, granatina e succo d’ananas), oppure a una cameriera di nome Mary soprannominata Bloody Mary perché lavorava nel bar Bucket of Blood di Chicago (e due ospiti di Chicago sarebbero stati i primi clienti a cui Petiot servì il Bloody Mary al St. Regis di New York, e ai due venne in mente la ragazza e coniarono il nome).
(Luigi Torriani)