Per il quarto anno consecutivo l’Italia ha rispettato le quote latte stabilite dall’Unione Europea. E a partire dal 31 marzo 2015 cesserà il regime delle quote latte.
Il sistema delle quote latte è stato introdotto in Europa nel 1984 e funziona così: per evitare sovrapproduzioni di latte (fenomeno cronico fino agli inizi degli anni ’80) che porterebbero tra l’altro a un crollo dei prezzi, ogni anno viene assegnata ad ogni Stato dell’Unione Europea una quota massima di latte che può essere prodotto e venduto; se la quota viene sforata i produttori di latte devono pagare una multa. Questo sistema, considerato ormai da molti obsoleto, cesserà di essere in vigore a partire dal 31 marzo 2015. Quello che è appena iniziato è dunque l’ultimo anno in regime di quote latte per i Paesi europei (l’anno delle quote latte va dal primo aprile al 31 marzo successivo).
Fino al 2009 gli allevatori italiani hanno abbondantemente sforato le sue quote latte, arrivando a dover pagare multe per circa 1,42 miliardi di euro per il periodo 1995-2009 (multe che l’Italia ha continuato peraltro a non riscuotere, provocando un’intervento dell’Unione Europea nel 2013). Negli anni 2010-2011 (dal primo aprile 2010 al 31 marzo 2011), 2011-2012 e 2012-2012 gli allevatori italiani hanno rispettato le quote latte. E lo stesso è avvenuto nell’ultimo anno (dal primo aprile 2013 al 31 marzo 2014), con una produzione e vendita da parte degli allevatori italiani di 10,831 milioni di tonnellate di latte, a fronte di una quota latte per l’Italia fissata dalla Ue a 10,923 milioni di tonnellate. Tutto questo mentre Germania, Olanda, Danimarca, Irlanda, Austria e Polonia hanno sforato le quote e hanno chiesto alla Ue di alzarle.
Ora si attende soltanto la fine, tra un anno, del regime delle quote latte, un sistema che sembra ormai poco sensato di fronte al fatto che la produzione italiana di latte copre oggi soltanto il 65% del fabbisogno nazionale (dati Coldiretti), e che quindi mettere un tetto alla produzione e alla vendita di latte serve soltanto a favorire l’importazione massiccia di latte e formaggi con diffusione dei casi di falso Made in Italy (un fenomeno già particolarmente grave nella filiera del latte e dei formaggi: tre cartoni su quattro di latte a lunga conservazione sono stranieri senza che questo sia indicato in etichetta, le importazioni di formaggi simil-grana in Italia sono aumentate dell’88% negli ultimi dieci anni e almeno la metà delle mozzarelle vendute in Italia sono fatte con latte o con cagliate di importazione). Anzi, secondo la Coldiretti “il dopo quote deve partire parte innanzitutto con l’introduzione dell’ obbligatorietà dell’indicazione dell’ origine del latte su tutti i prodotti caseari e non solo sul latte fresco, e occorre anche combattere con tutte le forze in campo la grande battaglia dell’ agro pirateria sia all’ interno del nostro Paese che all’ estero”.
Analoga la posizione del ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina, che ha dichiarato: “anche quest’anno i nostri produttori hanno rispettato le quote assegnate, confermando il trend delle ultime annate. In vista della fine del regime nel 2015, stiamo lavorando per dare risposte concrete agli allevatori, considerata la strategicità del settore latte. Stiamo elaborando un piano d’azione con le Regioni e i rappresentanti professionali per attivare misure di sostegno economico alle nostre imprese lattiere, operando sul primo e sul secondo pilastro della Pac, con un’attenzione particolare per gli allevatori delle zone di montagna. È un’occasione che non vogliamo perdere e su questo mi auguro che riusciremo a trovare un accordo al più presto. Vogliamo portare il futuro del settore del latte al centro del dibattito europeo durante il semestre italiano di presidenza dell’Ue, perché serve un confronto approfondito. Dobbiamo valutare il tema delle misure di accompagnamento e quello del rafforzamento di altre, come la gestione del rischio e delle crisi di mercato. Ovviamente centrale sarà la questione dell’etichettatura, sulla quale siamo particolarmente sensibili, e su cui ci confronteremo immediatamente con le istituzioni comunitarie. Entro il prossimo mese di giugno, poi, sarà presentata la relazione della Commissione sul settore lattiero caseario; aspettiamo il documento per valutare ulteriori iniziative per il miglioramento del funzionamento della filiera, in particolare per continuare nelle azioni di rafforzamento della posizione degli allevatori. Non mancherà il nostro impegno, mi auguro sostenuto dai nostri produttori”.
(Luigi Torriani)