Il Consiglio dei Ministri del governo Letta, il 28 febbraio 2014, ha ratificato ufficialmente l’esenzione dei terreni agricoli dal pagamento della Tasi. Mentre per i fabbricati rurali la Tasi si paga ma con l’aliquota base dell’1 per mille.
La Tasi è la nuova “tassa sui servizi indivisibili” introdotta dal governo Letta e poi perfezionata dal governo Renzi con la definizione delle aliquote. Insieme all’Imu (che non c’è più sulla prima casa mentre resta per le seconde case, per gli immobili affittati, per gli altri fabbricati come uffici, negozi e capannoni, e per le 73.000 prime case delle categorie di pregio A/1-dimore signorili, A8-ville, e A/9 castelli) e alla Tari (imposta sui rifiuti che sostituisce Tarsu e Tares), la Tasi va a comporre la cosiddetta Iuc (Imposta unica comunale). Per calcolare la Tasi si parte dalla rendita catastale, la si rivaluta del 5%, si moltiplica il risultato per il coefficiente (che varia in base al tipo di immobile), e su questa base catastale si applica poi l’aliquota. Per la prima casa l’aliquota base è dell’1 per mille, e i Comuni possono alzarla fino al 3,3 per mille, mentre sulle seconde case, sulla case affittate, sui terreni (non ad uso agricolo) e su tutti gli altri fabbricati (uffici, negozi, capannoni, garage…) c’è una somma Imu-Tasi che può arrivare fino all’11,4 per mille. Ogni comune può alzare dello 0,8 per mille le tasse sugli immobili, scegliendo se applicare l’aumento alla Tasi, all’Imu, o in parte alla Tasi e in parte all’Imu. Nel complesso la Iuc (Imu + Tasi + Tari) dovrebbe portare allo Stato circa 52 miliardi di euro, cioè quasi 3 miliardi di euro in più (di tasse!) rispetto al 2013.
E i terreni e i fabbricati rurali? La questione dell’esenzione per i terreni e i fabbricati agricoli si era già posta con l’Imu. L’Imu era stata introdotta da Tremonti ed era entrata in vigore sotto il governo Monti, nel gennaio 2012. Le prime ipotesi parlavano di una stangata da un miliardo di euro per il settore agricolo, ci fu un forte scontro tra la Coldiretti e il Ministero delle Finanze, e alla fine di fatto si arrivò a un impatto per l’agricoltura attorno ai 530 milioni di euro (comunque una stangata). Poi è arrivato il governo Letta, e nell’agosto 2013 è stata cancellata l’Imu sulla prima casa e sui terreni e i fabbricati agricoli (con uno strascico per la seconda rata 2013, che a un certo punto sembrava non avere la copertura, ma che era stata in ogni caso da subito bloccata per l’agricoltura). Ora il governo Renzi ha ratificato l’esenzione dei terreni agricoli dal pagamento della Tasi (i terreni ad uso agricolo, per i terreni non ad uso agricolo si paga la Tasi), mentre per i fabbricati rurali continuerà ad essere applicata l’aliquota ridotta dell’1 per mille. Ad essere esentati dal pagamento della Tasi sono anche le seguenti categorie di immobili: edifici religiosi e di culto (se l’edificio ha un’area adibita al culto e un’area di uso commerciale, l’esenzione vale solo per l’area adibita al culto mentre si paga la Tasi per la porzione dell’edificio di uso commerciale); edifici di società no profit non aventi per oggetto esclusivo o principale l’esercizio commerciale, e che svolgono attività assistenziali, previdenziali, sanitarie, didattiche, ricettive, culturali, ricreative e sportive; edifici di proprietà dello Stato, delle Regioni, delle Province, dei Comuni e delle comunità montane adibiti ad usi istituzionali; edifici destinati ad usi culturali come musei, biblioteche, e archivi; immobili classificati nelle categorie catastali da E/1 a E/9 (fari, porti, aeroporti e simili); immobili di proprietà del Vaticano e immobili di pertinenza di Stati stranieri e di organizzazioni estere per i quali ci sono specifici accordi internazionali che ne garantiscono l’esenzione fiscale.
(Luigi Torriani)