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Natale 2013. Cenone low cost ma non c'è il crollo

Cenone di Natale

Sono uscite le prime stime della Coldiretti sulle spese degli italiani per imbastire le tavole delle festività natalizie. Stime che parlano di un Natale low cost – come era ampiamente prevedibile – ma senza un crollo.

 

 

 

Abbiamo già analizzato qui su Universofood il report Christmas Survey 2013, che segnalava un calo delle spese degli italiani per i regali natalizi del 2,4% rispetto al natale 2011 (dopo il -3,7% del Natale 2012 rispetto al Natale 2011 e il -2,3% del Natale 2011 rispetto al Natale 2010). Insomma: un declino (ovvio nel contesto della Crisi epocale che stiamo attraversando) ma non un crollo. Una conclusione alla quale si arriva anche guardando i dati dell’analisi Coldiretti/Ixè su “Il Natale sulle tavole degli italiani”. In sintesi: per pranzi e cene delle festività natalizie e di fine anno gli italiani spendono complessivamente 3,9 miliardi; la spesa media per il pasto più importante del Natale – che per il 92% degli italiani è a casa propria o con parenti e amici, e solo per il 3% degli italiani è al ristorante – è di 97 euro (nel 16% delle famiglie si spende tra i 30 e i 50 euro, nel 41% delle famiglie tra i 50 e i 100 euro, nel 30% delle famiglie tra i 100  e i 200 euro, nel 6% delle famiglie sopra i 200 euro);  il 57% degli italiani, per imbastire le tavole natalizie e di fine anno, prevede un budget analogo a quello dello scorso anno; il 25% pensa di tagliare fino alla metà del budget, il 4% pensa di tagliare più della metà del budget, mentre il 12% aumenta il budget.

 

Inoltre: scendono i consumi natalizi di ostriche (-2%), caviale (-1%) e frutta fuori stagione come ciliegie e pesche (-1%), mentre crescono il cotechino (+9%), le lenticchie (+9%), la frutta di stagione (+11%) e lo spumante (+11%). I prodotti immancabili sulle tavole natalizie degli italiani sono lo spumante (presente sulle tavole natalizie dell’87% degli italiani), il panettone (81%), le lenticchie (81%), il pandoro (78%), il cotechino e zampone (73%), la frutta locale (80%; la frutta esotica e fuori stagione si ferma invece al 34%), mentre scendiamo su percentuali decisamente più basse per classici come le ostriche (presenti sulle tavole natalizie del 5% degli italiani), lo champagne (11%), e il caviale (4%).

 

Secondo il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo, al di là del prevedibile calo dei consumi (comunque non un crollo), “si assiste a una fortissima attrazione verso la riscoperta del legame con i prodotti del territorio che si esprime sempre di più attraverso la preparazione delle ricette del passato che, nonostante i profondi cambiamenti negli stili di vita, rimangono fortemente radicate nella popolazione. Secondo l’indagine Coldiretti/Ixè il 67 per cento degli italiani responsabili della preparazione dei pasti porterà in tavola prodotti Made in Italy, il 28 per cento addirittura locali o a chilometri zero e l’11 per cento prodotti biologici. Acquistare prodotti italiani in un difficile momento di crisi significa anche sostenere il lavoro, l’economia e il territorio. L’agricoltura e l’alimentazione sono tra gli elementi di distintività del Paese che possono offrire un grande contributo ad una ripresa sostenibile e duratura che fa bene all’economia all’ambiente e alla salute”.

 

(Luigi Torriani)

 

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