Prosegue nel 2013 (dati Ismea) la stretta creditizia ai danni delle imprese agricole italiane. Una contrazione del credito agrario che è legata al crollo del credito erogato alle aziende agricole del Meridione, che si è quasi dimezzato (-45%) nei primi tre mesi del 2013.
I dati Ismea (precisamente i dati della controllata Sgfa – Società di gestione fondi per l’agroalimentare; qui il testo completo del Report “L’accesso al credito delle imprese agricole. Analisi del primo trimestre 2013”) segnalano per i primi tre mesi del 2013 un calo del 4% (rispetto allo stesso periodo del 2012) nel credito erogato alle aziende agricole italiane. Significa 20 milioni di euro in meno, per un totale di 479 milioni (nei primi tre mesi del 2012 l’ammontare era di 499 milioni). E già nel 2012 c’era stata una contrazione complessiva del credito agrario, rispetto al 2011, di 600 milioni.
Un crollo, dunque, legato però esclusivamente alla situazione del Sud Italia. I finanziamenti bancari alle aziende del Sud sono infatti quasi dimezzati (-42%) e nelle isole sono a -30%. Il credito agrario erogato alle aziende agricole del Centro sale invece addirittura del 15%, nel Nord Est del 6% e nel Nord Ovest del 3%. Ad oggi le aziende agricole del Nord intercettano il 72% del credito complessivo, mentre il Sud e le Isole soltanto il 14%, nonostante abbiano un maggior numero di aziende agricole rispetto al Nord.
Calano i finanziamenti di breve (-40%) e lungo periodo (con scadenza oltre i 5 anni, -9,3%) e crescono i finanziamenti di medio periodo (+24,8%), mentre dal punto di vista delle finalità dei finanziamenti risultano in calo i prestiti per la gestione corrente e la ristrutturazione e crescono i prestiti destinati agli investimenti, che arrivano a oltre l’80% del totale. Secondo Ismea quest’ultimo dato rappresenta “un segnale incoraggiante, che dimostra la presenza di un nucleo di aziende virtuose capaci di guardare al futuro con ottimismo, nonostante le difficoltà legate alla restrizione del credito dell’ultimo quinquennio e alla situazione di incertezza che il Paese sta vivendo”.
(Luigi Torriani)