Nei laboratori del Roslin Institute di Edimburgo, dove nel 1996 è nata la celebre pecora Dolly, il primo mammifero clonato (morto nel 2003), è nato ora – diciassette anni dopo – il maialino Pig 26, un maiale ogm geneticamente modificato per resistere alle malattie. Ma già infuriano le polemiche.
Il maiale Pig 26 è il primo maiale modificato geneticamente con la tecnica cosiddetta dell’ “editing genetico” o “gene-editing”. Che consiste – in sintesi – nel “tagliare” il dna dell’animale e nell’inserire nuovo materiale genetico esattamente dove si vuole tagliare e inserire, rimuovendo e sostituendo una sola delle tre miliardi di “lettere” (basi) che costituiscono il genoma dell’animale. Questa tecnica non prevede l’uso di geni resistenti agli antibiotici, può essere eseguita su un uovo fecondato senza dover ricorrere a complesse tecniche di clonazione a partire da cellule prelevate dai tessuti, e ha una percentuale di successo del 10-15%, contro l’1% circa dei metodi standard. Il maiale così ottenuto è immune dai virus, dunque resistente alla peste suina e alle epidemie che colpiscono i maiali, vere e proprie pandemie che negli ultimi dieci anni hanno provocato un danno economico prossimo ai 15 miliardi di sterline. E già si parla, dopo Pig 26, di utilizzare la stessa tecnica per bovini e ovini.
Ma non mancano le polemiche. Le nuove frontiere della ricerca biotecnologica in Europa non hanno mai attecchito. Mentre negli Stati Uniti, primo Paese coltivatore di ogm al mondo, è in arrivo sul mercato il salmone geneticamente modificato, in Europa la produzione di ogm vegetali è assolutamente marginale e secondaria (qui tutti i dati più recenti sulla produzione mondiale ed europea di ogm), la clonazione animale a fini alimentari vede la totale contrarietà della gran parte della popolazione europea, e alcune recenti sperimentazioni come l’hamburger olandese da staminali di mucca sono più che altro curiosità scientifiche, comunque prive di una ricaduta commerciale.
Durissimo il comunicato stampa della Coldiretti a commento della notizia della nascita del maiale Pig 26: “il maiale geneticamente modificato creato in laboratorio secondo i dati Eurobarometro fa paura a 3 italiani su 4 (75 per cento), che non porterebbero mai in tavola le braciole, i salumi o i prosciutti che se ne possono ottenere. Il livello di scetticismo degli italiani, nonostante il rincorrersi di notizie miracolistiche sugli effetti benefici delle nuove modificazioni genetiche effettuate su animali e vegetali in laboratorio (dal supersalmone ad accrescimento rapido al riso ipervitaminico fino al latte materno da mucche transgeniche), rimane elevato. Anche perché la realtà è infatti che le manipolazioni genetiche attualmente in commercio riguardano pochissimi prodotti (mais, soia e cotone) e sono diffusi nell’interesse di poche multinazionali senza benefici riscontrabili dai cittadini. L’opposizione alle modificazioni genetiche in piante e animali è cresciuta in Italia anche nelle Associazioni, nei Partiti e nelle Istituzioni ed ha portato per la prima volta alla positiva richiesta di sospensione d’urgenza dell’autorizzazione alla messa in coltura di sementi Ogm di Mais Mon810 in Italia e nel resto dell’Unione europea, trasmessa con lettera del Ministro della Salute Renato Balduzzi, insieme al dossier elaborato dal Ministro delle Politiche Agricole Mario Catania, alla Direzione Generale Salute e consumatori della Commissione Europea”.
(Luigi Torriani)