Da anni si discute sul possibile ingresso della Turchia nell’Unione Europea. Ma proprio dal governo turco viene in questi giorni una decisione sconcertante e decisamente in contrasto con lo spirito di un libero mercato europeo: dal primo febbraio è vietato importare in Turchia i grandi formaggi italiani stagionati prodotti con latte crudo, compresi il Grana Padano, il Parmigiano Reggiano e il Provolone Valpadana.
>L’export agroalimentare italiano ha raggiunto nel 2012 la cifra record di 31 miliardi di euro (il nostro problema infatti notoriamente non è l’export ma il calo dei consumi sul mercato interno…), nonostante il persistente problema dell’italian sounding e del falso Made in Italy, e nonostante alcune recenti politiche protezionistiche come il divieto dei prosciutti italiani in Argentina (proprio mentre l’Europa porta avanti una politica di rimozione delle tariffe doganali, come nel caso dei commerci con il Marocco). Il recente accordo con la Cina sul reciproco riconoscimento dei prodotti tipici europei e cinesi, pur ponendo seri problemi anche in termini di diritti umani, faceva ben sperare su un’azione sempre più incisiva di tutela dei nostri grandi marchi sui mercati internazionali.
Decisamente in controtendenza rispetto a questo scenario è la recente decisione del governo turco, che – ufficialmente per ragioni di sicurezza alimentare – ha vietato a partire dal primo febbraio 2013 l’importazione in Turchia di qualsiasi prodotto realizzato utilizzando latte crudo (non pastorizzato). Una decisione che va a colpire anche i grandi formaggi italiani prodotti con latte crudo, a partire dai due formaggi italiani più venduti nel mondo, il Grana Padano e il Parmigiano Reggiano, che peraltro sono anche i prodotti alimentari che hanno subito più danni dal terremoto emiliano del maggio 2012.
Incredulo il presidente di Assolatte Giuseppe Ambrosi, che ha già più volte sollecitato a un intervento deciso l’ambasciata italiana ad Ankara e i ministeri competenti e che commenta la decisione del governo turco in questi termini: “si tratta di una cosa inaudita. I formaggi stagionati italiani sono sicuri e di grandissima qualità. Li esportiamo in tutto il mondo ed è assurdo che proprio un Paese come la Turchia, che chiede a gran voce di essere accolta nell’Unione europea, abbia preso una decisione di questo tipo. L’Unione europea deve intervenire e pretendere che il divieto venga rimosso immediatamente! Se il divieto non sarà immediatamente rimosso saremo costretti a chiedere al nostro governo di intervenire con restrizioni analoghe e vietare l’arrivo in Italia dei prodotti provenienti dalla Turchia”.
A questo proposito ricordiamo (dati Assolatte) che ogni anno arrivano nel nostro Paese enormi quantità di prodotti alimentari dalla Turchia, soprattutto frutta (237 milioni di euro all’anno), preparazioni di ortaggi e legumi (45 milioni di euro), cereali (13 milioni di euro), bevande e alcolici (10 milioni di euro), kebab e altre preparazioni di carne (9 milioni di euro), pistacchi, mandorle e altri semi (8,8 milioni di euro).
(Luigi Torriani)