Ci siamo: il 4 ottobre 2012 entra ufficialmente in vigore la norma voluta dal governo Monti che obbliga a saldare a 30 giorni dalla consegna gli acquisti all’ingrosso di prodotti agricoli e agroalimentari. Una buona notizia per gli imprenditori agricoli, una pessima notizia per la Fipe (Federazione italiana pubblici esercizi).
Se in Italia hanno chiuso nel 2011 ben 50.000 aziende agricole (e 13.000 nei soli primi mesi del 2012) il motivo non è riconducibile esclusivamente alla Crisi e alla contrazione degli acquisti. I problemi non sono soltanto a valle, ma anche a monte della filiera. Su tutti il problema dei prezzi all’origine (cioè quanto la Grande Distribuzione paga ai produttori agricoli per la merce), che sono scesi fino al 20-30% e oltre nel giro di un anno (e ormai c’è anche chi praticamente vende sottocosto, in particolare tra i pastori e gli imprenditori del settore ortofrutticolo). E a questo vanno aggiunti i costi di produzione sempre più alti (soprattutto nel campo dell’allevamento), e le nuove tasse (l’Iva tremontiana al 21% e la stangata dell’Imu, mentre è saltato – per il momento – l’ulteriore aumento montiano del 2% sulle aliquote Iva).
C’è poi la questione del ritardo della Gdo nei pagamenti. La Grande Distribuzione non si limita infatti a pagare i produttori a prezzi ormai da fame. Paga anche in ritardo, con tempistiche bibliche che nel settore agroalimentare si collocano su una media tra i 90 e i 100 giorni dalla consegna della merce.
Sul problema del ritardo nei pagamenti il governo Monti , con una norma contenuta all’interno del Decreto legge sulle liberalizzazioni (art. 62 del Decreto-Legge n. 1 2012) che prevede che i pagamenti dei prodotti agroalimentari devono essere effettuati entro 30 giorni dalla consegna (così come era stato stabilito da una direttiva europea di fine 2010, da recepirsi per gli Stati membri entro 24 mesi). Nel caso di mancato rispetto del termine di pagamento di 30 giorni al debitore può essere applicata una sanzione amministrativa pecuniaria tra i 500 e i 500.000a euro. La norma entra in vigore a partire dal 4 ottobre 2012.
C’è però un rovescio della medaglia a detrimento dei negozianti medio-piccoli già provati dalla Crisi. Aldo Cursano di Fipe (Federazione italiana pubblici esercizi) spiega il problema in questi termini: “Questa norma nasce per evitare l’imposizione da parte delle grandi aziende di condizioni di acquisto ingiustificatamente gravose per i piccoli fornitori, e ha quindi il validissimo proposito di limitare lo strapotere delle grandi centrali di acquisti rispetto ai piccoli fornitori e produttori. Uno strapotere che molti della nostra categoria soffrono quotidianamente. C’è però un problema: le giuste preoccupazioni del legislatore, in un momento come questo di grave crisi e di forte restrizione del credito, rischiano di andare a danneggiare proprio le piccole imprese che la norma vuole salvaguardare. La norma penalizza di fatto le imprese marginali che acquistano prodotti alimentari e bevande da imprese anche multinazionali. E preoccupa il carattere sanzionatorio della legge, che andrebbe magari a perseguire le aziende, pur sane, che già ora non ce la fanno a pagare a 60 giorni. I rapporti di fiducia con i fornitori sono stati costruiti nel corso degli anni, e entrambe le parti, chi fornisce e chi acquista, tentano di mantenere condizioni sostenibili anche in un momento così sfavorevole per i consumi. La salute economica delle aziende, purtroppo, non si crea per legge, e l’introduzione di sanzioni amministrative non lascerà spazio alla contrattazione tra pari, che può permettere agli imprenditori di salvare se stessi e i propri clienti dalla disfatta”.
(Luigi Torriani)
Quale disfatta per i clienti e quali imprenditori da salvare. Il vero imprenditore è colui che vende e compra regolarmente rispettando le buone regole di pagamento, vale a dire la rimessa diretta al ricevimento della merce che sia deperibile o no. Purtroppo le pessime abitudini del solo cittadino italiano sono divenuta Regola
nel nostro paese, per cui oggi dobbiamo disquisire di salute economica cagionevole delle aziende , e quindi rinviare ad un decreto legge la soluzione del gravissimo problema dei ritardi nei pagamenti. Forse sarà occasione per far emergere chi ha sempre operato nelle regole e marginalizzare il grande Bluff della GDO e dei suoi accoliti che continuano a faraggiarla a spese dei produttori onesti
😮 😮 😮
I had no idea how to approach this be-reofnow I’m locked and loaded.
: comme s’il n’y avait pas assez de lois en France) !Au moins, avec Friedrich Hayek (Prix Nobel en 1974) a-t-on un auteur « post-communiste » qui écrit d’expérience.