Un altro scandalo per il biologico. Questa volta sotto accusa sono finiti miele e propoli Bio, con il sequestro di migliaia di confezioni. Contenevano tracce di farmaci tossici pericolosi per l’uomo e vietati dall’Unione Europea.
L’Italia detiene il record europeo per segnalazioni di cibi contaminati, e le agromafie nel nostro Paese hanno un giro d’affari che non ha eguali al mondo e che è arrivato nel 2011 a 12,5 miliardi di euro. In questo contesto il marchio Bio è percepito dai consumatori come una garanzia in termini di genuinità e di sicurezza alimentare (e infatti negli ultimi anni le vendite di cibi biologici hanno avuto una crescita dirompente, parallela – peraltro – a una crescente crisi degli Ogm in Europa). Purtroppo non è tutto oro quel che luccica.
Negli ultimi mesi, anzi, gli scandali che hanno colpito il comparto dell’agroalimentare biologico sono stati diversi. A dicembre la Guardia di Finanza di Verona ha scoperto una frode di dimensioni colossali, con il sequestro di 700.000 tonnellate di falsi prodotti biologici (cibi che venivano venduti con il marchio Bio ma non erano biologici). 700.000 tonnellate significa moltissimo, significa il 10% dell’intera produzione biologica italiana, e il danno d’immagine per il settore è evidentemente incalcolabile. Poi, a febbraio 2012, è saltato fuori il caso del biologico con arsenico. Alcuni ricercatori americani hanno cioè rilevato importanti tracce di arsenico nel riso e nello sciroppo di riso biologici (quest’ultimo è un dolcificante usato nelle bevande e alimenti per l’infanzia e nelle barrette energetiche per sportivi al posto dello sciroppo di glucosio e fruttosio). Infine, a inizio maggio, sono stati diffusi i risultati di un’indagine di Altroconsumo dalla quale emergono molte perplessità sia sui cibi biologici sia sui Gas (Gruppi di acquisto solidale).
Ora è la volta del miele e del propoli. Il Corpo Forsetale dello Stato ha ritirato dal mercato migliaia di confezioni di miele Bio e di preparati a base di propoli (tra cui 2.000 bottigliette di soluzione idroalcolica e 445.000 perle da masticare). Quarantasei le aziende denunciate per reati sanitari e frode in commercio. L’operazione – chiamata Ape Maia-Bio, partita a inizio 2010 e conclusasi a maggio 2012 – è iniziata con 125 controlli a campione per accertare l’eventuale presenza di fitofarmaci in mieli e propoli. In particolare per combattere l’utilizzo di farmaci vietati dalla legge a cui talvolta gli apicoltori ricorrono per contrastare la Varroa, acaro parassita in rapida diffusione negli ultimi anni. Il risultato dell’inchiesta è la scoperta di migliaia di confezioni di miele e propoli “biologici” con concentrazioni fuori norma dei fitofarmaci Coumaphos e Chlorfenvinphos (quest’ultimo è vietato in Europa dal 2003 ed è pericoloso per il sistema nervoso dell’uomo). Il comandante della forestale Gianluca Baiocchi, tuttavia, prova a spegnere eccessivi allarmismi: “oltre il 90% del miele bio in Italia è sicuro. Il resto lo abbiamo reso sicuro noi con i nostri controlli“.
(Luigi Torriani)