Dopo il caso della Coca Cola cancerogena, è scoppiato negli Stati Uniti un nuovo scandalo alimentare: quello del Pink slime, la “melma rosa”. Una poltiglia a bassissimo costo che si ottiene dagli scarti di lavorazione delle carni bovine, viene trattata con ammoniaca, poi viene aggiunta alla carne macinata che è venduta normalmente nei supermercati e nei ristoranti, con lo scopo di aumentarne peso e volume risparmiando soldi. Con serie perplessità in materia di sicurezza alimentare dei consumatori.
Il caso è scoppiato a partire da una serie di servizi dell’emittente televisiva ABC News, che hanno raccontato agli americani quanto era ignoto a qualunque consumatore: il 70% della carne macinata venduta negli Stati Uniti contiene Pink slime, e lo contiene all’insaputa dei consumatori, perché le leggi statunitensi permettono di scrivere “100% carne bovina” sulle confezioni anche se la carne macinata è costituita da pink slime per percentuali che possono arrivare al 15%. Il Pink slime viene prodotto principalmente dall’azienda Beef Product Inc. (Bpi), e viene poi venduto all’ingrosso ai maggiori produttori di carne statunitensi, che lo usano come additivo supereconomico per le carni macinate, che aumentano in peso e volume consentendo di alzare notevolmente i livelli di produzione e quindi i guadagni. I produttori di carne smerciano poi il prodotto finito a supermercati, fast food e ristoranti.
Il Pink slime si produce a partire dalle carni di scarto degli altri processi produttivi. Gli scarti (comprese cartilagini, tendini e altri tessuti connettivi) vengono triturati finemente e separati dal grasso attraverso il calore e attraverso particolari centrifughe. Il prodotto viene poi irrorato con ammoniaca e congelato. Il sapore dell’hamburger contenente Pink slime è quasi identico a quello di un hamburger tradizionale, a parte un sentore di carne un po’ più forte, una minore succosità e la possibile presenza di pezzetti più duri. Il problema è che per produrre il Pink slime si utilizzano delle parti dei bovini che in genere vengono scartate per precauzioni sanitarie (per sempio le parti più vicine alla pelle, che potrebbero essere contaminate dalle feci). Secondo il ministero dell’Agricoltura e secondo i produttori la disinfezione con l’ammoniaca esclude il rischio di contaminazioni da animale a uomo con l’alimentazione, ma sulla questione non c’è accordo unanime nella comunità scientifica. Di certo non è chiaro, e alimenta sospetti, perché mai il Pink slime possa essere venduto soltanto all’ingrosso ai produttori di carne (che poi non ne dichiarano la presenza in etichetta…), mentre non può essere venduto al dettaglio, direttamente ai singoli consumatori. L’unico modo che il consumatore americano ha di essere sicuro di acquistare carne priva di Pink slime è l’acquisto di carne da allevamenti biologici, che per legge non può essere addizionata con la “melma rosa” ma che è ovviamente molto più costosa della carne normale.
Tra i clienti della Bpi figurano, tra gli altri, McDonald’s, Burger King e Taco Bell, che hanno prontamente annunciato l’intenzione di interrompere l’acquisto di carne dalla Bpi. Wal-Mart e altri supermercati hanno dichiarato che metteranno a disposizione carni certificate come prive di pink slime, da scegliere in alternativa ai prodotti che invece lo contengono, mentre il ministero dell’Agricoltura ha affermato che a partire dal prossimo anno scolastico ogni scuola potrà scegliere se utilizzare o meno la carne bovina con pink slime (ma diversi parlamentari democratici avevano chiesto di imporre solo carne bovina senza “melma rosa” nelle scuole). Intanto molti produttori americani di carne bovina hanno subito un notevole calo della domanda, e Bpi ha sospeso la produzione in tre dei suoi stabilimenti negli Stati Uniti. Alcuni politici repubblicani, tra i quali il governatore del Texas Rick Perry, il vicegovernatore del Nebraska Rick Sheehu, il governatore del Kansas Sam Brownback e il governatore dell’Iowa Terry Branstad (che nel 2010 aveva incassato denaro dalla Bpi per la campagna elettorale), hanno visitato uno stabilimento Bpi mangiando pubblicamente hamburger con Pink slime
(Luigi Torriani)