I superalcolici in Italia: qual è la situazione del mercato?
Nel 2010 le vendite hanno sfiorato gli 1,2 miliardi di Euro. Tale cifra, che riguarda le vendite effettuate nel canale della grande distribuzione, dei Cash & carry e del canale Ingrosso, tiene conto solamente del mercato dei superalcolici, da cui sono esclusi i vini, le birre e tutte quelle bevande con bassa gradazione alcolica.
In particolare, il canale Ingrosso sviluppa quasi il 20% del giro d’affari alcolici (ovvero superalcolici ed aperitivi alcolici) italiano per un fatturato che sfiora i 230 milioni di euro. (fonte: dati scanner SymphonyIri – anno 2010)
Nel primo quadrimestre del 2011, nel canale Horeca, abbiamo assistito a un trend di consumo degli alcolici in lieve aumento – con un valore totale dell’1,03% e dell’1,66% a volume – trainata dal bar diurno, per l’effetto aperitivi. Rimane stabile la ristorazione. In forte calo, invece, il serale, dove incidono le severe restrizioni all’uso di alcool per i guidatori. Una tendenza che dovrebbe proseguire anche durante la stagione estiva, considerando che gli alcolici non sono soggetti a stagionalità.
Nell’ultimo biennio il consumo di bevande alcoliche nel nostro paese ha registrato cali importanti che hanno riguardato in generale tutti i canali distributivi. Tale sofferenza è prevalentemente motivata da alcuni fattori:
• Prezzo delle consumazioni troppo elevato in considerazione dell’attuale congiuntura economica;
• Politiche restrittive riguardanti coloro che conducono veicoli sia per uso professionale che per mobilità personale;
• Fattori salutistici che spingono il consumatore a scelte più in linea con i bisogni di attenzionalità al benessere fisico;
• Il progressivo invecchiamento della popolazione che si orienta su consumazioni più confacenti ai problemi dell’età anagrafica.
Se nel complesso i risultati di vendita registrano importanti segni negativi è altrettanto vero che alcuni comparti alcolici non subiscono gli stessi effetti:
• Registrano particolari sofferenze i prodotti come Tequile, Whisky e Amari in genere e comunque tutte quelle con elevata gradazione alcolica.
• Meno sentita la crisi nel comparto delle bevande alcoliche con una più bassa gradazione alcolica e in tutte quelle che vengono utilizzate per la miscelazione di cocktail.
• Buone le performance degli aperitivi poco alcolici che sembrano rispondere meglio alle esigenze di consumo e di socializzazione del consumatore.
Cda, d’altronde, consorzio leader per quota di mercato (circa il 13%) nel canale Grossisti bevande, sta concentrando molte risorse ed attenzione alla categoria degli alcolici, che fanno registrare nel 2010 trend di crescita complessivi del 4,1% a valore e del 3,4% a volume ,con punte di crescita di circa il 10% per la categoria aperitivi alcolici. (fonte: Datawarehouse Cda – anno 2010)
(Da www.italiaatavola.net)