Cattive notizie per chi si arricchisce con le frodi alimentari. Dal primo marzo gli oli di oliva deodorati che vengono spesso importati per essere spacciati per extravergini, ingannando i consumatori, saranno esclusi dal commercio.
La norma pone fine alla concorrenza sleale nei confronti della produzione nazionale che provoca ricorrenti difficoltà di mercato.
Lo annuncia con entusiasmo la Coldiretti, che commenta positivamente il varo da parte dell’Unione europea del regolamento 61/2011 relativo alle caratteristiche degli oli di oliva e degli oli di sansa d’oliva, che ha introdotto nella valutazione degli stessi il nuovo parametro dei metil esteri degli acidi grassi (MEAG) ed etil esteri degli acidi grassi (EEAG) che consentirà di svelare la presenza di queste sostanze chimiche negli oli extravergine d’oliva.
Purtroppo il regolamento entrerà in vigore dal primo marzo e gli oli imbottigliati entro questa data avranno una scadenza di 18 mesi. La norma pone fine alla concorrenza sleale nei confronti della produzione nazionale che provoca ricorrenti difficoltà di mercato mettendo a rischio l’uliveto italiano che può contare su 250 milioni di piante e sulla punta di diamante rappresentata da 40 oli extravergine d’oliva Dop/Igp.
«L’introduzione di nuovi parametri per bloccare la contraffazione chimica nell’olio di oliva è un importante passo avanti verso la tutela del lavoro degli olivicoltori e la sicurezza dei consumatori», ha commentato Confagricoltura. Ora grazie al nuovo parametro di indagine – spiega l’Organizzazione agricola – sarà possibile individuare questi mix di scarsa qualità che danneggiano i produttori, anche perché i bassi prezzi a cui vengono venduti, deprimono le quotazioni dell’extravergine e creano confusione tra i consumatori.
«La strada indicata dall’Unione europea è quella giusta – conclude Confagricoltura – ma bisogna insistere sia nel rigore della lotta ad ogni forma di contraffazione e concorrenza sleale, sia nella ricerca di metodi di indagine analitica sempre più efficaci per dare la totale sicurezza al mercato».
(Da www.coldiretti.it)