La zootecnia è uno dei settori base dell’industria alimentare italiana: attualmente essa sta attraversando però una fase critica e diverse problematiche.
Gli allevatori dei vari comparti (latte, bovino, suino, ovicaprino) sono alle prese infatti con problemi complessi, con costi (produttivi, contributivi e burocratici) in continua crescita, con prezzi in forte discesa, con redditi sempre più falcidiati. Un quadro che richiede immediati e concreti interventi, ma soprattutto una politica di vero sviluppo che rilanci la competitività delle nostre imprese sui mercati e permetta ai produttori, oggi in grande affanno, di operare con incisività e in un contesto di reali certezze. E’ quanto scaturito dalla riunione del Gie-Gruppo di interesse economico zootecnico della Cia-Confederazione italiana agricoltori convocato per fare il punto sull’attuale scenario e fornire le opportune indicazioni per uscire da una crisi che ogni giorno diviene ancora più drammatica.
Nell’incontro – al quale era presente Carmelo Gurrieri, componente della Giunta nazionale della Cia e con delega ai Gie, e che ha visto una nutrita partecipazione di allevatori- si sono affrontati, quindi, i temi salienti che riguardano i vari comparti del settore. Per quanto concerne la zootecnia da latte è stato ribadito come l’attuale situazione di mercato, contraddistinta da contratti del prezzo del latte alla stalla di natura locale, non possa certo favorire la ricomposizione di un valido rapporto interprofessionale con l’industria di trasformazione. Un rapporto in grado di dare reali prospettive ad un settore in profonda difficoltà. In questo senso sono state individuate mirate iniziative per uscire dal «tunnel». Notevole attenzione andrà data, soprattutto, al «Pacchetto latte» in discussione a livello comunitario.
Affrontando, invece, i problemi della suinicoltura, il Gie ha fatto un’ampia disamina dello scenario relativo ai prezzi corrisposti agli allevatori (non certo remunerativi) e del concomitante aumento dei costi di produzione (che hanno subito negli ultimi mesi un’ulteriore impennata). Occhi puntati anche sui temi riguardanti la valorizzazione del suino italiano e dell’organizzazione economica del prodotto. Aspetti, questi, che devono essere adeguatamente sviluppati, al fine di dare importanti risposte alle aziende che navigano tra mille asperità.
In relazione all’attuale grave crisi del settore ovicaprino, nel corso della riunione del Gie-Cia è stato sottolineato come la misura di destinazione agli indigenti di quantitativi di Pecorino romano Dop non porti in realtà alcun beneficio immediato agli allevatori e come sia necessario, da parte del governo e delle istituzioni regionali, accogliere al più presto le proposte avanzate dalla Confederazione nella sua «piattaforma» per interventi immediati a favore delle aziende agricole. In questa direzione sono state messe in cantiere iniziative locali e nazionali per l’ottenimento di risultati concreti e tempestivi per il settore.
E’ stata affrontata anche la situazione dell’allevamento bovino da carne. Il Gie-Cia ha messo in luce come la riforma della Pac post 2013 potrebbe avere conseguenze devastanti per un comparto che in Italia sta vivendo una delle crisi più complesse degli ultimi anni.
(Da www.diariodelweb.it)