Opinioni discordanti emergono anche guardando ai giudizi sulle scorte e sui prezzi dei fornitori.
In termini di saldi destagionalizzati, quello relativo alle giacenze diminuisce fortemente con riferimento alla grande distribuzione (-1, era 6 in maggio), aumentando, al contrario, in quella tradizionale (7, da 4); quello relativo ai prezzi, mostra nuovamente un andamento in crescita nella distribuzione tradizionale (dove sale, infatti, da 28 a 32), diminuendo, invece, in quella “moderna” (da 21 a 16).
A giugno il quadro risulta caratterizzato da un diffuso ottimismo circa le attese sulle vendite future e, al contempo, minore preoccupazione sembra emergere anche dalle aspettative circa il volume futuro degli ordini. Guardando ai saldi destagionalizzati delle variabili, quello relativo alla prima raddoppia, passando da 8 (in maggio) a 16; quello relativo alla seconda migliora solo lievemente, portandosi da -9 a -8.
L’inchiesta conferma inoltre stabili le aspettative sul livello dell’occupazione, mantenendo pari a 3, per il terzo mese consecutivo, il saldo destagionalizzato della variabile.
Quanto, infine, alla dinamica inflazionistica, prevale nel complesso l’intenzione di ritoccare al ribasso i listini dei prezzi di vendita con il saldo destagionalizzato della variabile che si ridimensiona, passando infatti da 7 a 2.
Disaggregando i dati per tipologia distributiva, sono gli operatori di entrambe le tipologie di vendita a dichiararsi ottimisti circa il volume futuro delle vendite, mentre solo quelli afferenti alla grande distribuzione formulano aspettative in crescita relativamente al volume degli ordini.
Il saldo destagionalizzato della prima variabile sale, infatti, da 12 a 26, nella grande distribuzione e da 3 a 9, in quella tradizionale, mentre quello relativo alla seconda migliora da 0 a 3 (come in aprile), nella grande distribuzione, rimanendo invece stabile a -18, in quella tradizionale. Quanto alle aspettative sull’evoluzione del mercato del lavoro, in apparente contraddizione esse appaiono in peggioramento con riferimento alla distribuzione “moderna” (il saldo destagionalizzato della variabile scende, infatti, da 8 a 3), ma, al contrario, migliorano lievemente guardando al circuito tradizionale (1, era 0 in maggio). La dinamica inflazionistica, per concludere, e’ attesa in rallentamento dagli operatori di entrambe le tipologie: il saldo destagionalizzato della variabile scende, infatti, da 0 a -3, nella grande distribuzione e da 13 a 6, in quella tradizionale.
da AGI.it