L’Annuario Bevitalia, edito da Beverfood in collaborazione con Mineracqua, è la pubblicazione più completa sul mercato delle bevande analcoliche (acque confezionate, bibite gassate e lisce, succhi e bevande frutta).
L’edizione 2013/2014 dell’Annuario Bevitalia – un report di ben 432 pagine – è acquistabile qui (in edizione cartacea a euro 100, in pdf a euro 48,80) e si riferisce all’anno 2012. Complessivamente nel mondo si consumano all’anno circa 578 miliardi di litri di bevande analcoliche fredde, per un consumo pro capite di quasi 83 litri. Nei Paesi dell’Europa Occidentale e del Nord America la media è di 200 litri pro capite, mentre nei Paesi più poveri si scende anche al di sotto dei 30 litri. Le acque confezionate sono le bevande più consumate, con circa 246 miliardi di litri e una forte crescita negli ultimi anni (nel 2008 eravamo a 202 miliardi di litri, saliti a 211 nel 2009, quasi 224 nel 2010, 235 nel 2011, quasi 246 nel 2012). Le bibite, che fino al 2010 erano più consumate delle acque, sono cresciute (ma molto meno rispetto alle acque in bottiglia) arrivando a 238 miliardi di litri (erano quasi 222 nel 2008, 224 nel 2009, quasi 229 nel 2010, 233 nel 2011, 238 nel 2012). Tra le bibite il miglior tasso di sviluppo è quello dei functional drink (energy drink, sport drink), arrivati nel 2012 a un consumo globale di 19 miliardi di litri, e crescono anche le bibite lisce (soprattutto tè e caffè freddi) assestandosi sui 27 miliardi di litri. Le classiche bibite gassate restano le bibite più consumate (193 miliardi di litri) ma hanno bassi tassi di crescita e sono percepite oggi da un numero crescente di consumatori come poco salutari perché sono spesso prese di mira dalle camapagne antiobesità portate avanti nei Paesi Occidentali (anche in Italia si era parlato di una fat tax sulle bibite gassate e zuccherate, poi accantonata). I succhi e le bevande a base di frutta (su cui in Italia di recente c’è stata la famosa querelle della percentuale di succo di frutta al 12 o al 20%) sono arrivati nel 2012 a 61,5 miliardi di litri (erano 56,7 nel 2008, 57 nel 2009, 58,3 nel 2010, 59,8 nel 2011, 61,5 nel 2012), di cui 24 miliardi per i succhi interi, 24 miliardi per le bevande a ridotto contenuto di frutta, 13 miliardi per i nettari.
E L’Italia? Nel nostro Paese il mercato delle bevande analcoliche ha chiuso il 2012 a 15,9 miliardi di litri di consumo complessivo, per un consumo pro capite di 265 litri all’anno. Le acque confezionate sono nettamente le bevande più consumate, con 11,4 miliardi di litri di consumo interno nel 2012, in leggera crescita sul 2011 (che si è chiuso a 11,3 miliardi di litri), con una produzione totale di 12,46 miliardi di litri (erano 12,35 nel 2011) e per un consumo pro capite sul mercato interno di 190 litri all’anno (erano 189 nel 2011) e con un giro d’affari dei produttori di 2,42 miliardi (erano 2,24 nel 2011). Ad oggi 8 italiani su 10 consumano acqua minerale in bottiglia oltre a quella del rubinetto, e 4 italiani su 10 bevono soltanto acqua in bottiglia. Le acque confezionate vengono vendute per il 69% nell’ambito della Gdo (supermercati e discount), per il 19% nel comparto Horeca (alberghi, ristoranti, bar) e catering e vending, per il 12% nei negozi tradizionali e con il porta a porta. Sono 140 gli stabilimenti di imbottigliamento di acqua in Italia, con 270 diversi brand. I primi 8 produttori italiani di acqua (Sanpellegrino/Nestlè, San Benedetto, Fonti di Vinadio-Sant’Anna, Norda/Gaudianello, Gruppo Cogedi, Ferrarelle, Spumador e Lete) coprono oltre il 70% del totale della produzione nazionale. In volume, le prime aziende produttrici sono, nell’ordine: Sanpellegrino/Nestlè Waters (oltre 2 miliardi e mezzo di litri prodotti in un anno, per una quota di mercato di oltre il 20%.); San Benedetto (1 miliardo e 900 milioni di litri, con una quota di mercato del 15,3%); Fonti di Vinadio (1 miliardo, con una quota di mercato dell’ 8%), Norda/Gaudianello (860 milioni, con una quota di mercato del 6,9%; ma con la recente acquisizione di Sangemini, Norda supera Fonti di Vinadio, perché Sangemini ha una produzione annua di circa 225 milioni di litri), Gruppo Cogedi (Rocchetta e Uliveto) a circa 850 milioni di litri (quota di mercato del 6,8%); Ferrarelle, anch’essa a circa 850 milioni di litri (quota di mercato del 6,8%); Spumador (500 milioni, quota di mercato del 4%); Lete (440 milioni, quota di mercato del 3,5%).
Le bibite hanno chiuso il 2013 a 3,66 miliardi di litri, in calo rispetto al 2011 (3,8 miliardi di litri), per un consumo pro capite di 61 litri all’anno (erano 63 nel 2011), ma con un giro d’affari dei produttori in leggera crescita (2,9 miliardi nel 2011, 3 miliardi nel 2012). I succhi e le bevande a base di frutta hanno chiuso il 2012 a 0,84 miliardi di litri, in lieve calo rispetto al 2011 (0,88 miliardi di litri), per un consumo pro capite annuo di 14 litri (erano 15 nel 2011), e con giro d’affari dei produttori di 1,05 miliardi (1,1 miliardi nel 2011).
(Luigi Torriani)