Sono stati diffuse il 5 giugno le prime stime di Confesercenti e Swg sul turismo e sulle vacanze estive degli italiani. La Crisi c’è ancora e il budget destinato alle ferie resta risicato, ma l’estate 2015 sembra segnare l’inizio della ripresa, con quasi due milioni di vacanzieri in più rispetto all’estate del 2014.
Dal punto di vista dei flussi turistici il 2015 sarà ricordato certamente come l’anno di Expo Milano, con l’arrivo di 8 milioni di visitatori stranieri. Dal punto di vista invece della classica vacanza estiva degli italiani la situazione resta difficile ma si intravede la ripresa. Secondo le prime stime di Confesercenti e Swg nei mesi di giugno, luglio e agosto 2015 andranno in vacanza complessivamente 32 milioni di italiani (il 68% della popolazione), con 2 milioni di vacanzieri in più rispetto all’estate del 2014. Il budget medio stanziato per le vacanze resta però piuttosto basso, e dovrebbe attestarsi intorno agli 840 euro a persona, con una crescita del 6% rispetto al 2014 ma comunque ancora lontano dai dati di qualche anno fa (nel 2010, prima dell’esplodere della Crisi, tra coloro che andavano in vacanza la spesa media era di 1.022 euro). Nel dettaglio (840 euro è la spesa media): il 13% spenderà in vacanza meno di 250 euro, il 20% da 251 a 500 euro, il 19% da 501 a 750 euro, il 14% da 751 a 1000 euro, il 13% da 1001 a 1500 euro, l’8% da 1501 a 2000 euro, il 7% più di 2000 euro. Inoltre: tra coloro che sono andati in vacanza nell’estate 2014 e che andranno in vacanza anche nell’estate 2015 il 36% cercherà di spendere meno, scegliendo mete più vicine e/o strutture di livello inferiore; per il 45% di chi va in vacanza nell’estate 2015 il fattore più importante nella scelta della destinazione è la disponibilità economica; tra coloro che non vanno in vacanza nell’estate 2015 il 51% sceglie di rinunciare alla vacanza per ragioni economiche (nell’estate del 2014 eravamo al 42%), mentre l’11% rinuncia perché lavora durante tutti i mesi estivi (il dato più alto degli ultimi cinque anni), il 12% rinuncia per problemi familiari (assistenza a bambini o familiari malati) e il 13% preferisce viaggiare in periodi non estivi. Aumentano dunque gli italiani che non rinunciano alla vacanza ma cresce anche la propensione a vacanze low cost.
Tra coloro che vanno in vacanza nell’estate 2015 la meta preferita è il mare (54%), seguita dalle città d’arte (19%), dalla montagna (11%), dalle vacanze ecologiche in Parchi e riserve (6%), dalle terme (3%), dalle mete esotiche (3%), dai laghi e fiumi (2%) e dalla campagna (2%). Le regioni più gettonate sono la Puglia (17%), la Sicilia (14%) e la Toscana (13%), mentre all’estero gli italiani preferiscono la Croazia (27%), la Spagna (26%) e la Grecia (23%). Il 36% dei vacanzieri italiani sceglie anche per l’estate 2015 una struttura alberghiera, ma crescono – passando dal 15% della scorsa estate al 25% di questa estate – gli italiani che optano per una casa o un appartamento in affitto, mentre il 17% andrà in bed&breakfast, il 14% in una casa di proprietà o presso parenti e amici, il 10% in villaggi turistici, il 9% in residence, il 7% in campeggio, il 6% in agriturismo, il 2% in camper o roulotte. Il servizio più richiesto è il collegamento Wi-Fi (40% contro il 31% dell’estate 2014), seguito dalla piscina (la vogliono il 18% dei vacanzieri contro il 12% del 2014) e dai servizi benessere come massaggi e sauna (11%).
Questo il commento del Presidente di Assoturismo Confesercenti Claudio Bonetti: “dalle nostre rilevazioni emerge un quadro complessivamente positivo, rafforzato anche dal meteo estivo: l’arrivo di Scipione e la prospettiva di un’estate calda contribuiscono ad aumentare la voglia di vacanza degli italiani. I nostri connazionali appaiono un poco meno preoccupati della scorsa estate: un miglioramento del clima che si riflette anche sul turismo interno. Gli operatori turistici possono tornare a sorridere, anche se – purtroppo – la ripresa ancora non si è trasmessa alla spesa, che resta sottodimensionata. Adesso è necessario capitalizzare questi primi spiragli di ripartenza: per farlo serve una svolta profonda delle politiche turistiche. Il settore soffre ancora e ha bisogno di interventi, anche sul fronte della promozione, per aiutare lo la ripresa del turismo sui territori. Ma serve agire anche sul fisco, per ripristinare condizioni paritarie di concorrenza con gli altri Paesi europei sull’Iva, da noi ancora troppo elevata”.