Nuovo capitolo nella controversa questione dell’utilizzo o meno di specie OGM nell’industria alimentare: la Commissione europea ha autorizzato le importazioni e l’utilizzo di sei specie di mais geneticamente modificato. Si tratta di un mais resistente agli insetti prodotto dalla società svizzera Syngenta. Si delinea così una tendenza UE favorevole alla libertà decisionale degli Stati sull’argomento. Ma durissimo è il giudizio di Confagricoltura. Cerchiamo di capirne di più.
Ha spiegato un portavoce: «I sei organismi geneticamente modificati in questione hanno ottenuto, fra il febbraio e il settembre dell’anno scorso, un giudizio positivo dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa), proseguendo così il percorso per ottenere l’autorizzazione così come previsto dalla normativa Ue. Poiché gli Stati membri non hanno trovato una maggioranza qualificata per schierarsi a favore o contro, il dossier è tornato alla Commissione per una decisione che non poteva che essere positiva».
La decisione di oggi apre dunque il mercato europeo alle importazioni di mais geneticamente modificato da Stati Uniti, Brasile e Argentina. Si tratta, come anticipato, di un mais resistente agli insetti prodotto dalla società di biotecnologie svizzera Syngenta, autorizzato fino a 3 anni fa, e di 5 nuovi “ibridi”, elaborati e prodotti dalla stessa Syngenta e dalle americane Dupont, Dow Chemical e Monsanto.
Sicuramente nella decisione intrapresa avrà pesato il fatto che il punto di vista di alcuni Paesi sull’argomento si sita ammorbidendo, e l’intenzione già espressa dalla Commissione è quella di andare verso un sempre maggior grado di sussidiarietà, dando libertà agli Stati di decidere individualmente sulla questione.
Immediate le reazioni di Confagricoltura che ha espresso così il suo disaccordo: «Si perpetua il brutto paradosso di autorizzare l’importazione e la trasformazione di mais Ogm per uso alimentare e mangimistico vietandone però agli agricoltori europei e italiani la coltivazione. Continua da parte europea il via libera al consumo di alimenti e mangimi transgenici ma resta la sostanziale moratoria alla coltivazione di prodotti Ogm: un’incongruenza ed una disparità palese nei confronti dei produttori».
E, in effetti, il paradosso è evidente: divieto di coltivazioni di specie OGM in suolo europeo ma sì a certe importazioni.
Ad ogni modo, la presidenza belga ha intenzione di arrivare entro la fine dell’anno a una definizione più precisa della questione e la Commissione ha precisato che tutti i prodotti derivati da questi mais saranno sottoposti alla severa legislazione europea sull’etichettatura e sulla tracciabilità.
Ribatte Confagricoltura: «Il problema vero è che comunque sugli Ogm si sta facendo una battaglia meramente ideologica che non tiene conto della scienza, della globalizzazione e della realtà, che è sotto gli occhi di tutti, come dimostra la nuova autorizzazione di Bruxelles; l’ennesimo atto che sbeffeggia tutti».
(da www.italiaatavola.net)